Lo scorso weekend all’Abetone ha fatto 2 metri di neve. Non solo l’Appennino pistoiese, in Toscana è tornato a nevicare abbondantemente anche sul Monte Amiata. Qui, tra l’altro, date le scarse nevicate protratte nel tempo, avevano dismesso ormai da anni le piste da sci.
La scorsa settimana hanno fatto notizia i 20 cm di neve a Milano, come se fosse un evento straordinario, quando fino agli anni Sessanta era un evento abbastanza normale in inverno, infatti le serie storiche al 1960 parlano una decina di nevicate come quella del 29 dicembre.
Benché poco indagato, la neve sembra quindi un altro indicatore per capire i cambiamenti climatici.
In questa ottica, segnaliamo un articolo uscito sul quotidiano Domani il 30 dicembre a firma Ferdinando Cotugno dal titolo È inverno e fa freddo, ma questa è l’unica cosa normale del clima. L’interessante punto di vista pone l’attenzione su come la neve stia sparendo e per questo è percepita come evento eccezionale.
Nell’articolo si riporta lo studio dell’Eurac Research di Bolzano, un istituto per l’osservazione della Terra che ha focalizzato una ricerca sull’andamento globale delle nevi negli ultimi vent’anni. Attraverso immagini della NASA e satellitari, hanno riscontrato che dal 2000 le coperture nevose sono diminuite a livello globale del 78%.
Il fenomeno è tuttavia doppio sulle Alpi italiane, in sintesi nevica di meno e diminuiscono i giorni di copertura nevosa, con ricadute negative sia per l’approvvigionamento idrico che per il turismo della stagione sciistica.
“In compenso le singole nevicate possono essere più intense che in passato, per via dell’umidità accumulata nell’atmosfera, lo stesso principio che rende i temporali autunnali più violenti” è l’allarmante conclusione di Cotugno.
Giulio Betti, climatologo e meteorologico del CNR e LaMMA, ha scritto al riguardo delle recenti abbondanti nevicate: “l’anomalia non è vedere cadere la neve in pianura su Piemonte e Lombardia, ma il fatto che ormai da anni lo faccia sempre più di rado. L’anomalia non sono tanto i metri di neve in quota sulle Alpi, ma il fatto che questi svaniscano completamente in poche settimane in estate”.
Cosa è cambiato per le Alpi? Lo stesso Betti nello specifico lo spiega con il fatto che il meccanismo climatico che portava la neve sul nostro Paese si sia inceppato.
L’aria fredda arrivava dai Balcani, ghiacciava al Nord Italia e con le perturbazioni atlantiche provocava le nevicate, ma oggi anche in Est Europa fa meno freddo.
Giova ricordare che pure noi di Save the Planet eravamo incappati nella questione, quando abbiamo intervistato Fra Indidello Jaranga Siberian Husky Team. In merito alle sue esplorazioni sulle montagne della Valtellina, ci aveva detto: “[…] in pieno inverno una temperatura di 4° gradi a 2.000 metri al crepuscolo o appena sotto lo zero di notte è anomala, quando dovrebbe essere maggiormente inferiore. Anche la neve appare diversa… Il freddo, ad esempio, è fondamentale per la conservazione dei ghiacciai, e quindi per le risorse idriche. Freddo e acqua sono fortemente legati e collegati. Senza freddo si rischia un impoverimento dei ghiacci e di conseguenza l’impoverimento delle risorse idriche”.
Insomma, il pianeta Terra sta diventando sempre più caldo e le anomalie delle nevicate sono l’ennesima dimostrazione.
La neve non è ancora entrata nel dibattito sul cambiamento climatico perché è un evento stagionale e per interpretarlo occorre saperne leggere i dati, i quali, quando a disposizione, sono preoccupanti.
articolo di Francesco Sani
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