Amazzonia: come le tribù indigene stanno fermando la deforestazione
Mentre l’abbattimento di chilometri di foresta continua, le popolazioni indigene in Amazzonia combattono per proteggere la loro terra
La distruzione dell’Amazzonia in Brasile può essere studiata anche via satellite: nelle foreste abbattute e dove e gli allevatori hanno espanso il loro pascolo, tutto è marrone.
A partire dai primi anni ’80, il polmone del mondo ha perso sempre più foreste, tanto che nel 2004 la distruzione sembrava inarrestabile: quello stesso anno, il disboscamento del Brasile raggiungeva un allarmante 27.000 chilometri quadrati all’anno.
Ma non è così dappertutto: ai confini di ciò che appare un’isola verde delle dimensioni di un piccolo paese, il marrone si estende intorno al bacino del fiume Xingu, ma non penetra.
Questi sono i confini delle terre delle tribù indigene.
La gigantesca isola verde in Amazzonia è composta da dieci territori indigeni legalmente ratificati per un totale di 14 milioni di ettari. La foresta ospita circa 7.000 indiani Kayapo e, a sud, altri 5.500 indiani di 14 gruppi diversi.
Ma come fanno poche migliaia di persone indigene a tenere a bada le motoseghe e i bulldozer su una vasta area di foresta incontaminata?
Le protezioni legali fanno parte della risposta: Minacciati da allevatori, taglialegna e minatori d’oro ai loro confini, i Kayapo hanno combattuto e ottenuto il riconoscimento ufficiale delle loro terre negli anni ’80 e ’90. (I loro vicini del sud vivevano già in un’area protetta più piccola, il Xingu Indigenous Park, fondato negli anni ’60).
Ma questa regione dell’Amazzonia sud-orientale è come il Wild West, un territorio privo di un buon governo con violenti conflitti sul territorio, disboscamento illegale e estrazione dell’oro – accordi fraudolenti e altre forme di corruzione dilagano.

“La foresta pluviale in Amazzonia è probabilmente la più sofisticata espressione di vita sulla Terra”

CAPIRE IL NEMICO
Alcune tribù indigene hanno organizzato proteste, fatto pressioni sul governo e combattuto sul campo per ottenere i loro diritti. Alcuni hanno anche stretto alleanze con associazioni ambientaliste e indigene, che li hanno aiutati a formare le proprie organizzazioni non governative (ONG), consentendo loro di ottenere un ulteriore sostegno esterno.
Un esempio: le perlustrazioni aeree del territorio di Kayapo degli ultimi anni, finanziati da ONG esterne, tengono d’occhio i minatori illegali. I partners esterni hanno anche equipaggiato una spedizione Kayapo con barche, motori, carburante, GPS e radio.
È capitato anche che diverse dozzine di guerrieri Kayapo abbiano percorso più di 200 chilometri in barca e a piedi per colpire i campi minerari illegali, distruggendo l’equipaggiamento minerario e chiedendo al governo di inviare elicotteri e portare via i minatori catturati.
Le ONG hanno anche sostenuto iniziative per aiutare i Kayapo a diventare economicamente più autosufficienti. Questi includono un programma per raccogliere e vendere centinaia di migliaia di dollari di noci macadamia, dando alle famiglie il reddito necessario e ridurre quindi le pressioni di corruzione che i taglialegna offrono spesso ai popoli indigeni.
NUOVE MINACCE
La foresta pluviale in Amazzonia è probabilmente la più sofisticata espressione di vita sulla Terra. È sede di circa un terzo delle forme di vita terrestri del nostro pianeta e di un quarto delle acque dolci della Terra, svolgendo anche un ruolo chiave nell’assorbire il carbonio e nel moderare il cambiamento climatico.
La necessità di rimanere vigili e impegnati è costante. La distruzione della foresta pluviale continua e le lobby di agricoltura, l’estrazione mineraria e di disboscamento in Brasile stanno proponendo emendamenti alla costituzione del 1988 che, a tutti gli effetti, rimuoverebbero le protezioni legali dalle terre indigene.
Per questo Save The Planet ha preso parte al progetto sostenibile di una scuola di agricoltura a Manaus, per aiutare le popolazioni indigene a ottenere una propria indipendenza e combattere le forze internazionali che vogliono distruggere il verde di questo bellissimo angolo di mondo.
Clicca qui per scoprire di più su come puoi sostenere questo coraggioso progetto
“Minacciati da allevatori, taglialegna e minatori d'oro ai loro confini, i Kayapo hanno combattuto e ottenuto il riconoscimento ufficiale delle loro terre.”