“Cantieri Green”, un percorso di decarbonizzazione dell’edilizia con Save the Planet
Il bonus fiscale del 110% e gli obiettivi UE al 2050 rendono chiave il settore delle costruzioni per contenere le emissioni di CO2
Di fronte agli ambiziosi obiettivi europei di carbon neutrality al 2050, è bene tenere a mente che l’edilizia e il suo indotto sono responsabili di una quota di emissioni di CO2 stimata nel 40% del totale. Dato anche il target intermedio europeo al 2030 - per una riduzione delle emissioni del 55% (rispetto al 1990) - s'impone che tutte le filiere produttive facciano la loro parte.
A Save the Planet, già da tempo il lavoro si è concentrato su questo ambito. Ad esempio, ricordiamo il “Protocollo Cantiere Green” che punta ad abbattere le emissioni in fase di costruzione.
Oggi in Italia desta molto interesse lo strumento del super bonus fiscale del 110% per le ristrutturazioni e la riflessione che si rende necessaria è se banche finanziarie, impresari edili e proprietari di immobili da ristrutturare vogliono agire anche in ottica ambientale. Non si guardi solo allo stimolo all’economia con il rilancio dell’edilizia, ma anche salvaguardia del Pianeta riducendo l'impronta ecologica del settore.
Allo stesso tempo, l’UE sta facendo una campagna, che si chiama Renovation Wave che ha come obiettivo la lotta alla “povertà energetica” e la rigenerazione urbana puntando sulla riduzione delle emissioni.

Il ciclo di vita delle costruzioni
Cantieri Green si inserisce nella visione strategica europea di lungo periodo. Bene un credito d’imposta che da' una boccata d'ossigeno al settore, però se questo comporta un maggior inquinamento da cantieristica è una contraddizione in termini.
Culturalmente è stato fatto molto in merito all’efficientamento energetico – e in questo le Certificazioni hanno un gran merito - ma solo in tempi recenti si è considerato il ciclo di vita e l’impatto nella fase di costruzione di una casa. Al momento solo la Svezia calcola anche la fase di demolizione nel ciclo, senza fermarsi solo ai materiali e al momento i cui si consegnano le chiavi. L’impiego di energia di un’abitazione finisce infatti solo quando l’immobile sarò demolito.
La logica di questo nuovo approccio - da lineare a circolare - è quello di considerare ogni passaggio costruttivo un anello della catena che comprende i materiali, la realizzazione di cantiere e la gestione dell’edificio. Così nessuna fase viene scaricata a valle, nel senso che un edificio non è green solo se impiega materiali green. Se assemblarlo in fase di cantiere produce una gran quantità di CO2, ci siamo persi qualcosa! Occorre monitorare e ridurre l'inquinamento di ciascuna fase. Save the Planet ha posto il focus su un anello della catena che era scoperto: la fase di cantiere. Questo perché fino ad oggi non c’era un protocollo per dimostrare che i più virtuosi facessero parte della transizione energetica.
“Siamo partiti da valutare, in termini di CO2, l'impiego dei macchinari elettrici di cantiere e abbiamo visto che solo questo aspetto significa produzione di 400 kg giornalieri di emissioni. - mi spiega la presidente Elena Stoppioni - Questo perché la fornitura di energia è spesso prettamente di origine fossile. Passando a un provider che garantisce l'approvvigionamento di energia da fonti rinnovabili, quelle certificate GO del GSE, si abbattono le emissioni fino al 43%.”

Best Practice e comunicazione corretta
Save the Planet ha fatto un’operazione di sensibilizzazione ambientale incontrando i costruttori. Allo stesso tempo sta lavorando come affiancarli per una comunicazione che eviti il green washing. Il messaggio che deve passare è che si può fare edilizia in modo più sostenibile per il Pianeta con una best practice e non con il marketing.
A proposito di marketing, si preannuncia una importante novità con la norma UNI TR 17033. Si tratta di una linea guida volontaria ma il suo assunto è rivoluzionario in merito alle asserzioni etiche di prodotto e di servizio. Non si potrà più dire che un servizio è verde, bio o quant’altro senza avere le certificazioni che corroborano le evidenze oggettive. In cantiere c’è oggi la possibilità di misurare l’abbattimento della CO2 grazie ad uno strumento: lo smart meter. Funziona grazie a un algoritmo che converte kW/ CO2, applicato al contatore contabilizza le emissioni risparmiate.
L’innovazione tecnologica sicuramente è una leva che permetterà di raggiungere prima il futuro dell’edilizia, quello dei cantieri a CO2 zero.
Articolo di Francesco Sani