Al via la Cop29, un momento chiave per la lotta al Cambiamento Climatico
Come ogni anno, torna l’appuntamento internazionale dove i Paesi del mondo discutono relativamente alla lotta al cambiamento climatico.
Stiamo parlando della Cop, acronimo di Conference of Parties, la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC).
La Convenzione è un trattato ambientale internazionale che fu firmato durante la Conferenza sull'Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite, informalmente conosciuta come Summit della Terra, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992.
Il trattato punta alla riduzione delle emissioni dei gas serra, alla base dell'ipotesi di riscaldamento globale, prevedendo la stipula di protocolli che avrebbero posto i limiti obbligatori di emissioni: il principale di questi è il protocollo di Kyoto.
Nel 2024 la Cop29, partita lunedì 11 novembre, ha come teatro l’Azerbaijan, dove partecipano 51mila delegati, non senza polemiche. Infatti sono diverse le ong che contestano il fatto che il vertice sul clima si svolga nuovamente in un paese molto legato alle fossili come l’Azerbaijan, in modo analogo a quanto successo con la Cop28 negli Emirati Arabi Uniti.
Per questa edizione, il tema più importante è quello dei finanziamenti che i paesi più ricchi devono garantire a quelli più poveri per poter affrontare l’impatto del cambiamento climatico. Oggi la cifra è di 100 miliardi di dollari l’anno, che i paesi in via di sviluppo vorrebbero alzare almeno a 1.000 mld di dollari l’anno a partire dal 2035. Purtroppo, come capita ormai spesso in diverse occasioni, i leader dei principali Paesi del mondo (ovvero quelli grazie ai quali dovrebbe cambiare questa situazione) diserteranno la conferenza, dimostrando come chi avrebbe la possibilità di cambiare il mondo, crede poco in questo possibile sviluppo.
A Baku non arriverà Joe Biden, così come non si vedrà Vladimir Putin. L’Europa non sarà rappresentata da Ursula von der Leyen, ancora impegnata nel far ingranare la nuova Commissione. E non ci saranno neppure i leader di Francia e Germania, Emmanuel Macron e Olaf Scholz. A Baku mancherà anche Luiz Inacio Lula da Silva: il presidente del Brasile, che ospiterà la Cop30 l’anno prossimo, ha cancellato da tempo il viaggio dopo un infortunio.
Non voleranno in Azerbaijan nemmeno il presidente dell’India, Narendra Modi, e il presidente cinese Xi Jinping.
La partecipazione dei leader è importante per sbloccare i dossier più spinosi. Chi rappresenta i paesi – politici di rango inferiore o funzionari – potrebbero spesso non avere l’autorità necessaria per prendere decisioni coraggiose. Tutto ciò si traduce in meno flessibilità durante i negoziati da parte di molte delegazioni nazionali. Ci sono poi dei casi estremi, come quello di Papua Nuova Guinea. Il paese dell’Oceania ha deciso di non partecipare alla Cop29 in Azerbaijan, definendola “una perdita di tempo”.
Ringraziamo Betty Colombo per la foto in copertina