Save the Planet protagonista per la prima ordinanza in Italia contro il greenwashing
La notizia è di quelle “bomba” per il nostro settore: c’è stata la prima ordinanza cautelare di un Tribunale Italiano - e tra le prime in Europa - in materia di greenwashing!
Ad emetterla - lo scorso 26 novembre - è stato il Tribunale di Gorizia che ha accolto il ricorso presentato da Alcantara S.p.A., la celebre azienda leader nel settore dei materiali di rivestimento, contro una sua concorrente friulana. E Save the Planet è stata protagonista in questa vicenda, insieme allo studio legale LCA di Milano che ha assistito Alcantara. Come ha detto la nostra presidente Elena Stoppioni nella conferenza stampa di venerdì:
«Lavoriamo per una transizione ecologica reale e non di facciata e, per questo, l’iniziativa realizzata con Alcantara può diventare una prima, fondamentale case history in tema di greenwashing».
In merito ai fatti, il Tribunale di Gorizia ha accolto il ricorso d’urgenza presentato da Alcantara nei confronti di una azienda che commercializza un materiale in microfibra, utilizzato anche su alcuni modelli di auto. Oggetto della discussione sono stati l’uso di slogan afferenti all’ ecologica, l’ambiente e la scelta naturale che il giudice ha valutato appunto come messaggi «molto generici che sicuramente creano nel consumatore un’immagine green dell’azienda... Alcuni concetti riportati trovano smentita nella stessa composizione e derivazione del materiale».
Il tema del greenwashing, oltre ad essere attuale è di estrema sensibilità e per questo l’ordinanza cautelare potrebbe fare giurisprudenza perché, ha spiegato l’avvocato Gianluca De Cristofaro di LCA:
“Rileva come le virtù ecologiche decantate da un’impresa o da un prodotto possono influenzare le scelte di acquisto; le dichiarazioni ambientali devono essere basate su dati scientifici presentati in modo comprensibile.”

In un momento storico in cui sempre più consumatori dichiarano di essere disposti a spendere di più per avere prodotti più rispettosi dell’ambiente, lo conferma anche una recente indagine della McKinsey, ecco che il greenwashing in certi settori di mercato rischia di fare un doppio danno alla fiducia del consumatore: uno sul prodotto e uno proprio sul “green”.
In fondo è proprio la definizione di greenwashing - un neologismo inglese traducibile come ecologismo di facciata - che rende l’idea di quello che può fare una strategia di comunicazione di certe imprese, organizzazioni o istituzioni per restituire un’immagine di sé ingannevolmente positiva sotto il profilo dell’impatto ambientale.
Per questo Save the Planet ha costituito una commissione di appositi esperti che avranno il compito di vagliare e monitorare possibili azioni di comunicazioni scorrette verso i consumatori in termini di sostenibilità. Abbiamo attivato una community sul nostro sito con un link per segnalare potenziali pratiche di questo tipo, anche in forma anonima. Sarà poi cura della nostra commissione valutare se ci saranno gli estremi per un procedimento, previa richiesta di eventuali integrazioni al segnalato, tutto con il massimo rigore scientifico.
Per la cronaca, la vicenda al Tribunale di Gorizia va avanti, le parti potranno avviare un eventuale giudizio ordinario e tali procedimenti potranno confermare l’ordinanza o disporre diversamente circa le condotte contestate da Alcantara, ma per noi di Save the Planet non è questo il punto. Bensì, come ha concluso la nostra presidente:
“[…] abbiamo bisogno di distinguere ciò che è green da ciò che è greenwashing per alzare il livello dell’azione ed evitare che il tema della sostenibilità sia solo una vetrina per la comunicazione e di good reputation delle aziende”.
Nella foto: Gianluca De Cristofaro (Studio Legale LCA Milano), Elena Stoppioni (Save the Planet) e Antonello Ciotti (Ass. Europea dei produttori di poliestere).